venerdì 21 aprile 2017

" CANCRO LA VITAMINA “ C “ INIBISCE I TUMORI "



CANCRO
LA VITAMINA “ C “
INIBISCE I TUMORI
A cura del C.R.X.
Torino 21 aprile 2017

L’azione retrograda agente nelle cellule staminali totipotenti embrionali è identica nelle cellule staminali dei tumori. La vitamina “c “ è oggetto di annali studi sù i suoi benefici anti tumorali, mai fino ad oggi si è scoperto il suo ruolo nella trascrizione e lettura del DNA. Si consiglia l’uso di intratori a base di sola vitamina “ c “, evitando l’assunzione di L- Prolina, in quanto quest’ultima consente alle cellule di maturare e in caso di cellule neoplastiche di riprodursi.
CNR: Vitamine e amminoacidi. Svelato il loro ruolo nelle cellule staminali
Comunicato stampa - Il team internazionale guidato dai ricercatori dell’Igb-Cnr ha svelato l’importanza di questi metaboliti nel destino delle cellule staminali embrionali. La scoperta, pubblicata su Stem Cell Reports può portare a risvolti applicativi importanti in campo oncologico e nella medicina rigenerativa
Roma, 16 febbraio 2017 - Vitamine e aminoacidi ricoprono un ruolo fondamentale nelle alterazioni epigenetiche, ossia nei meccanismi cellulari coinvolti nello sviluppo di malattie come il cancro. La scoperta, che promette risvolti applicativi in campo oncologico, arriva da un team internazionale coordinato dall’Istituto di genetica e biofisica 'A. Buzzati-Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, che ha coinvolto gli Istituti Cnr di chimica biomolecolare (Icb-Cnr) e di applicazioni del calcolo (Iac-Cnr), la Radboud University, Nijmegen (Olanda) e University of California, San Francisco (Usa). Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports.“Abbiamo scoperto con sorpresa che nelle cellule staminali un ruolo chiave è svolto da due insospettabili attori denominati 'metaboliti' (molecole molto piccole indispensabili per la vita della cellula) che corrispondono alla Vitamina C e all’aminoacido L-Prolina”, spiega Gabriella Minchiotti, tra gli autori dello studio e ricercatrice Igb-Cnr. “Abbiamo dimostrato che le cellule staminali embrionali pluripotenti (ossia cellule staminali presenti nei primissimi stadi dello sviluppo), se trattate con Vitamina C acquisiscono uno stato più immaturo (primitivo), mentre se trattate con l’aminoacido L-Prolina danno luogo alla formazione di una cellula embrionale più matura (stato cosiddetto primed). Quindi Vitamina C e L-Prolina agiscono in maniera del tutto opposta sulle cellule staminali embrionali, determinando delle modifiche al DNA che non ne alterano la sequenza bensì il modo in cui viene letto e quindi la sua attività”.Lo studio delle cellule staminali desta molto interesse tra ricercatori perché possiedono una particolare caratteristica, ossia la capacità di auto-rinnovarsi ed allo stesso tempo di differenziarsi, cioè specializzarsi in altri
tipi cellulari. “Le cellule staminali embrionali sono le più 'potenti' perché sono le uniche in grado di dare origine a tutti i tipi di cellule che si trovano in un organismo come le cellule ossee, cardiache ecc. Questa caratteristica è propria anche delle cellule staminali tumorali che sostengono la crescita del tumore”, prosegue Minchiotti.Lo spazio extracellulare nel quale avvengono i meccanismi che il team di ricerca sta analizzando ormai da anni, diventa quindi sempre meno un mistero per la scienza. “I risultati raggiunti rappresentano un grande passo in avanti nella ricerca perché, attraverso la regolazione dei metaboliti possiamo inibire o attivare i meccanismi che determinano la crescita e il destino delle cellule staminali embrionali e in futuro anche di quelle tumorali”, conclude la ricercatrice dell’Igb-Cnr.
La vitamina C combatte il cancro
Nuovi studi, dopo che la ricerca era stata praticamente abbandonata, dimostrano che la vitamina C, se iniettata nel corpo, potrebbe essere trattamento efficace, sicuro ed economico per combattere il cancro. Le case farmaceutiche, però, non investono in questo genere di ricerca perché le vitamine non sono brevettabili
Le ricerche che riguardano gli effetti “medicinali” delle vitamine sono poche, e soprattutto non supportate da finanziamenti o aiuti delle case farmaceutiche perché le vitamine non sono brevettabili, a differenza di un principio attivo o altra sostanza che si riesca a sintetizzare. Anche per questo motivo, nel tempo gli studi in questo campo sono spesso stati abbandonati o non approfonditi. Già negli anni Settanta, il duplice premio Nobel Linus Pauling aveva studiato gli effetti della vitamina C, che sono poi sfociati in un libro dal titolo “Come vivere più a lungo e sentirsi meglio” in cui ha ampio spazio proprio l’utilizzo della vitamina C. Lo stesso Pauling aveva affermato che questa vitamina, se somministrata per via endovenosa, era efficace nel trattamento del cancro.Sugli effetti della vitamina C sul cancro si è poi detto di tutto: molti studi che si erano per esempio concentrati sull’effetto a seguito dell’assunzione orale non avevano trovato evidenze che questa fosse efficace contro il cancro. Forse per questo, e altri motivi, non si è più ritenuto che la vitamina C potesse essere un potenziale, efficace, sicuro ed economico trattamento anticancro. Ora, un nuovo studio riapre il dibattito dimostrando che, su modello animale, la vitamina C somministrata per endovenosa tramite iniezione è in grado di uccidere le cellule cancerose lasciando intatte quelle sane. Ad aver suggerito questo ruolo della vitamina C sono stati i ricercatori dell’Università del Kansas che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Science Translational Medicine. La differenza dell’effetto della vitamina, spiegano i ricercatori, è che quando questa è assunta per via orale il corpo la espelle con rapidità, mentre se iniettata per endovenosa, il corpo l’assorbe e questa può compiere il suo lavoro anticancro. Sebbene i risultati dello studio siano stati incoraggianti, poiché è stato condotto in parte su modello animale e su colture di cellule, gli esperti ritengono siano necessari ulteriori studio prima di sapere con certezza quali vantaggi alte dosi di vitamina C possano avere per i pazienti umani.
Nello studio, i ricercatori hanno iniettato la vitamina C nelle cellule tumorali ovariche umane in laboratorio, in topi, e in pazienti con carcinoma ovarico avanzato.
I test hanno poi mostrato che le cellule tumorali ovariche erano sensibili al trattamento con la vitamina C, e le cellule sane restavano illese.
Altro effetto della somministrazione di vitamina C è che i pazienti che seguivano i trattamenti con la chemioterapia hanno riferito un minor numero di effetti collaterali.

Come accennato, anche se lo studio ha mostrato risultati promettenti nella lotta al cancro, sarà difficile che qualche casa farmaceutica s’impegni in ricerche di questo genere. «Poiché la vitamina C non è brevettabile, il suo sviluppo non sarà supportato dalle aziende farmaceutiche – ha sottolineato il dott. Qi Chen, coautore dello studio – Crediamo che sia arrivato il tempo per le agenzie di ricerca di sostenere con forza le sperimentazioni cliniche attente e meticolose sulla somministrazione endovenosa di vitamina C».


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